fbpx
 

Negozio

Riso Baldo

6,3023,80

 


Riso Baldo bianco biologico.

 

Clicca sul tasto Descrizione in basso per più informazioni sulla varietà di riso e sul produttore.

 

QUANTITÀ: 1 kg sottovuoto; 5 kg in sacchetto di stoffa
AZIENDA: Azienda Agricola di Rovasenda Biandrate Maria
PROVENIENZA: Cascina Teglio – Rovasenda (VC)

Azzera
Descrizione

IL RISO BALDO

Diversi risi possono fregiarsi del nome Baldo, per la coltivazione naturale aziendale viene utilizzata la varietà Cammeo.
Nonostante sia coltivato da decenni e non sia particolarmente conosciuto, viene considerato un riso emergente tra i migliori d’Italia. Negli anni recenti infatti sta riscontrando un crescente successo venendo impiegato sia nelle cucine dei professionisti, sia in quelle familiari, grazie alla sua consistenza (nei risotti si mantiene al dente se viene ben tostato al momento della cottura), ma soprattutto grazie al suo sapore.

Il Baldo (Cammeo) ha i chicchi grossi ed allungati, ha un’ottima capacità di assorbire i condimenti rilasciando amido durante la cottura; i risotti risulteranno ben amalgamati con una perfetta sintonia tra il riso e i condimenti, motivo per il quale viene sempre più spesso preferito ad altre varietà.
La cottura è di 14/16 minuti.
È consigliato per risotti, riso mantecato, minestre, arancini.

AZIENDA AGRICOLA DI ROVASENDA BIANDRATE MARIA

Maria Rovasenda prende la gestione dell’azienda agricola di famiglia, attiva dagli anni ’70, nel 1995, individuando come strada futura una coltivazione sostenibile del riso vercellese, che oggi l’azienda coltiva su 89 ettari di terreno.

La transizione vera e propria verso il biologico a tutti gli effetti inizia nel 2008, per poi arrivare ad avere il marchio biologico su tutte le confezioni nel 2019. L’azienda è impegnata in collaborazioni con le Università di Milano e di Torino per la ricerca di tecniche che permettano un “vero biologico” in ambito risicolo. Aderisce al progetto RisoBioSystem che prevede l’organizzazione di gruppi di lavoro, le sperimentazioni in pieno campo, la raccolta di dati, l’individuazione di nuove pratiche agronomiche e una collaborazione coordinata fra i gruppi di lavoro.

Il piano di rotazione colturale, previsto dal regime biologico, è programmato in quinquenni, permettendo annualmente di destinare circa 40 ettari alla coltura del riso; alla coltura principale si alternano la soia, di altre leguminose (come la veccia villosa) ed erbai (loietto, triticale, festuca), oltre al grano saraceno.